ll momento storico degli ultimi anni, vissuto nel settore energetico, ha dello straordinario, non del tutto positivo purtroppo. Da quando ci occupiamo di energia e sulla base dei dati precedentemente ricavati, ciò che è accaduto da settembre 2021 in avanti non ha precedenti nella storia.
I prezzi delle commodities energetiche sui mercati mondiali hanno toccato picchi allucinanti, sia sull’energia che sul gas. Questo, legato anche alla scarsità di approvvigionamenti (soprattutto in Europa dovuti a decisioni politico-fianziarie), ha innescato una serie di meccanismi a catena che hanno coinvolto sia i fornitori che i clienti. Il prezzo dell’energia prima della fine dell’anno ha superato i 430 €/MWh, come prezzo di acquisto, valore che ha costretto buona parte degli operatori di mercato a bloccare totalmente le nuove acquisizioni. Nel giro di poco più di un anno si è registrato un aumento di circa il 1000% dal precedente picco al ribasso.
Trader di primaria importanza sono purtroppo caduti in default e molti clienti sono stati rilasciati improvvisamente. Questo ha fatto si che molti clienti, inconsapevoli, si siano ritrovati con un fornitore diverso da quello scelto.
L’aumento smisurato dei prezzi ha completamente fatto scoppiare il settore finanziario legato al trading energetico, trading basato su acquisizioni legate a garanzie di acquisto. Tali garanzie sono salite alle stelle e in molti casi i fornitori, non potendo far fronte a simili richieste, hanno perso il Dispacciamento venendo tagliati fuori dal mercato energetico e finendo quindi in default.
Normalmente, come tutti i beni e le risorse, anche le commodities energetiche sono legate a cicli naturali intrinseci che ne fanno prevedere, con buona approssimazione e beneficio del dubbio, l’andamento. Per l’energia si è registrato un picco forte circa 10 anni fa con un successivo picco circa 5 anni fa. Ci saremmo aspettati un nuovo picco proprio in questo periodo, che sarebbe dovuto essere simile ai precedenti, invece l’emergenza Covid-19 ha completamente falsato tale andamento, facendo registrare un ulteriore picco inverso, estremamente basso. Anche in questo caso si è trattato di un evento di portata storica per i mercati, anche se caratterizzato da prezzi minori. Il prezzo dell’energia in piena emergenza Covid era sceso a circa 22 €/MWh, valore probabilmente mai registrato prima.
A causa di questo “effetto elastico”, era prevedibile un aumento fuori ciclo. Prezzi estremamente bassi possono richiamare con più probabilità prezzi più alti, ma quello che è successo è fuori da qualsiasi logica o previsione.
Questa analisi vuole essere semplicemente una presa di coscienza dell’attuale ciclo energetico avvenuto negli anni 2021/2022.
Come tutti gli eventi altalenanti, legati ad andamenti ciclici, dopo periodi straordinari è spesso conseguente un ritorno all’andamento ordinario, esattamente ciò che si sta verificando nell’anno in corso.